Da qualche giorno, sulla parete esterna del carcere di piazza Lanza, in via Cesare Beccaria a Catania, campeggia il volto inconfondibile del giudice Paolo Borsellino. Accanto a lui – su un fondo giallo ocra – spicca l’immancabile agenda rossa, che il magistrato portava sempre con sé e che ancora, a vent’anni di distanza dalla sua morte, non è stata ritrovata. Ma Borsellino non è solo, come non lo era in vita nell’adempimento del suo dovere: a fargli da “scudo protettivo” erano impegnati ogni giorno i suoi agenti di scorta, che pian piano stanno prendendo forma anche nel grande murale catanese; fedeli servitori dello Stato troppo spesso dimenticati, di cui magari non si ricordano né le storie, né tantomeno i nomi. Ma per fortuna sono in tanti a tenere viva la memoria delle tragiche stragi di mafia del ’92, di cui proprio quest’anno si celebra il ventennale; fra questi ci sono i ragazzi dell’associazione antiracket Addiopizzo, che già lo scorso anno, nella circonvallazione catanese, avevano dedicato un murale al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta, e ora ci riprovano con una nuova imponente opera in ricordo dell’eccidio di via D’Amelio.
CATANIA – Le pagine dell’agenda campeggiano enormi su quel muro. Sono ancora bianche ma tra qualche giorno apparirà qualche scritta. Indecifrabile probabilmente, visto che nessuno di questi ragazzi, come nessun altro del resto, conosce il contenuto dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, che scomparì subito dopo la sua terribile morte. Eppure il grande murales che i ragazzi di Addiopizzo Catania stanno realizzando sulla facciata esterna dell’Istituto penitenziario della città parte proprio da quell’agenda, che affianca la figura, serena e un po’ malinconica, del giudice Borsellino.
Un nuovo murales dell'associazione antiracket Addiopizzo, ancora in fase di adempimento, figura sulle mura del carcere di Catania in via Cesare Beccaria di fronte la scuola media statale "Ettore Majorana".
L'opera, realizzata in ricordo della strage di via D'Amelio, porta la firma dell'artista catanese Antonio Barbagallo che conduce il progetto "Un muro contro la mafia", iniziato l'anno scorso dall'associazione con la creazione di altri due murales, tra cui quello sito sulle mura del viale Ulisse in memoria della strage di Capaci.
CATANIA - L'agenda rossa aperta, e lui con le mani in tasca e sul volto un'espressione sospesa: prende forma a Catania il murales che i ragazzi di AddioPizzo stanno completando sul muro del carcere di Piazza Lanza. «È' ancora solo una parte – spiegano i volontari all'Italpress- perchè dobbiamo ancora disegnare gli uomini della scorta, così come abbiamo fatto per il murale dedicato a Falcone».
Dai piccoli passi cominciano le grandi conquiste; in quest'ottica, il gruppo Unicredit, ha donato ieri un contributo economico ad Addiopizzo Catania, che utilizza un bene confiscato alla mafia. La cerimonia simbolica di consegna dei 5mila euro assegnati alla onlus, nella sede di via Grasso Finocchiaro 112, a Picanello, si è svolta alla presenza di Roberto Bertola, responsabile territorio Sicilia di Unicredit e Giuseppe Mormino, responsabile Area Commerciale, insieme a Totò Grosso, presidente di Addiopizzo Catania.
Raccontare la Sicilia agli studenti americani,passando per termini come mafia,racket e pizzo. Questa è la lezione su cui si sono confrontati al Cet di Catania,che si occupa dei programmi di studio all'estero per le università americane che non ne hanno previsto uno specifico nel loro percorso curriculare,la president director Anna Di Biase,che è stata a Firenze e a Siena e che coordina da quest'anno i programmi di studio qui a Catania,la prof.Alessandra Nucifora e il prof. Alessandro Zannirato,della Johns Hopkins di Baltimora,varesino,da 8 anni all'estero per insegnare, insieme ai ragazzi di Addiopizzo.
L’imprenditore che con la sua denuncia ha dato il via alle indagini che hanno permesso di sgominare la cosca Nasone di Scilla racconta ad AgoraVox la sua storia in un'intervista esclusiva. “Denunciare”, dice, “non è una scelta, è l’unica possibilità che abbiamo”. Non era la prima volta per lui. “Sono preparato a queste evenienze. Gli imprenditori devono imparare a fidarsi dello Stato, che è sempre più determinato nel contrasto alla mafia. Ma la lotta al crimine organizzato deve essere culturale. E deve iniziare nelle scuole”.
Ieri mattina, nella sede di Addiopizzo Catania, in via Grasso Finocchiaro 112, si è tenuta la conferenza stampa per la consegna dei proventi della Lotteria di Pasqua 2012, dedicata a Laura Salafia.
Una campagna a scopo sociale è uno strumento utile e formativo in grado di sensibilizzare l'intera opinione pubblica su temi di rilevanza culturale o legati al territorio. E' da presupposti del genere che nasce la campagna "Con il pizzo, chiudiamo tutti", nata non solo per far conoscere il problema del pizzo, ma soprattutto per aumentare la consapevolezza della sua presenza e dei suoi effetti, radicati nel territorio siciliano, tra la gente comune, casalinghe, impiegati, studenti, spesso convinti che il pizzo rappresenti un problema strettamente legato ai commercianti o piccoli imprenditori costretti a pagarlo.
«Sant'Agata non vuole la mafia. E i cittadini?». E' uno degli «spot» con i quali Addiopizzo, l'associazione antiracket catanese, anche durante la grande festa cittadina, lancia il suo messaggio civile contro ogni sopraffazione.
Diventerà “un avamposto di legalità” l’appartamento catanese confiscato alla mafia e consegnato stamattina alle associazioni Addiopizzo e Libera. Un punto di riferimento per chi è impegnato da anni sul territorio con progetti di ampio respiro.
Si trova al sesto piano di via Grasso Finocchiaro 112,nel quartiere di Picanello,la prima sede di "Addiopizzo" e "Libera" Catania. In quello che fino a poco tempo fa era un appartamento frequentato da mafiosi,oggi campeggia ben visibile all'ingresso lo slogan: "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità", in cui si riconoscono tutti i commercianti,gli imprenditori e le persone oneste. Accanto,la bandiera di Libera "Associazioni,nomi e numeri contro le mafie".
È cominciato stamane nel Palazzo di Giustizia di Catania, davanti ai giudici della Corte d'Assise, il processo a 24 imputati dell'inchiesta Iblis su presunti rapporti tra mafia, politica e imprenditoria. Il procedimento tratta anche il duplice omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici, per il quale è stato rinviato a giudizio il capo provinciale di Cosa nostra, Enzo Aiello. Tra le persone rinviate a giudizio anche l'ex sindaco di Palagonia e ex deputato regionale del Pid Fausto Fagone, accusato di concorso esterno all'associazione mafiosa, che oggi non era presente.
Si preannuncia un'udienza con solo posti in piedi, la prima del processo "Iblis" che si aprirà stamane a Palazzo di Giustizia, davanti ai giudici della Corte d'assise.L'appello lanciato ai cittadini dall'associazione Asaec di partecipare al processo "per dimostrare a noi stessi e agli altri di stare dalla parte degli onesti e di essere contro le consorterie mafiose" sta facendo il giro del web raccogliendo adesioni a cominciare da quella di Addiopizzo Catania che sarà presente e "spera di incontrare tante persone che hanno a cuore le sorti della nostra città".