"Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".Da un paio di anni anche i muri di Catania,dopo quelli di Palermo,sono tappezzati da volantini formato necrologio che,con questa frase provocatoria,annunciano la morte ideologica del pizzo.Una morte a lungo attesa dai cittadini che credono ancora nella legalità,per troppo tempo logorata da un cancro lento,invasivo e corrosivo: la mafia.
Addiopizzo ha avviato giovedì il censimento degli esercenti disposti ad aderire all'iniziativa Consumo Critico.
Ma l'avvio è tutto in salita.
Campagna di sensibilizzazione per Consumo Critico.Dopo la presentazione dei consumatori che hanno aderito all'iniziativa, adesso i volontari dell'associazione catanese Addiopizzo,stanno sbracciandosi per redigere la lista degli imprenditori pizzo-free.
E se la prima fase del progetto di Addiopizzo acquisisce giorno dopo giorno nuove adesioni da parte dei consumatori dall'altra,la seconda fase del "Consumo Critico",cioè quella dedicata alla stesura della lista dei commercianti pizzo-free da presentare ai cittadini,appare come un percorso abbastanza arduo da portare a termine.
È un treno che va avanti quello di Addiopizzo.È un treno che viaggia veloce in direzione della legalità.Dopo la presentazione ufficiale della prima delle due fasi del progetto:"Consumo Critico",svoltasi lo scorso 30 settembre in Prefettura,l'associazione catanese torna in piazza per raccogliere altre firme a sostegno dei commercianti pizzo-free.
Più di 2500 firme a favore del "Consumo Critico".
I cittadini scendono in campo contro le organizzazioni criminali aderendo all'iniziativa promossa dall'associazione catanese Addiopizzo.
Dopo due anni di duro lavoro,tra banchetti e manifestazioni,ieri mattina,presso la sede della Prefettura,i ragazzi di Addiopizzo hanno presentato ufficialmente alla cittadinanza la prima fase del progetto sul consumo critico.
Aumentano le imprese che si ribellano alla mafia anche a Catania.E' cresciuta del 5 per cento in un anno la percentuale di denunce contro il pizzo a Catania.
Lo ha detto Fabio Scaccia presidente Confindustria etnea in occasione di un incontro promosso da Addiopizzo.
L'associazione ha presentato dati del progetto Consumo Critico.Un percorso che si propone di creare una rete di clienti per aziende che sottoscrivono di non essere colluse con la mafia e diventa un supporto per i commercianti contro le conseguenze economiche,sociali e personali del rifiuto del pizzo.
Inaugurata la "casa della legalità".Ieri mattina al sesto piano di uno stabile confiscato alla mafia in via Grasso Finocchiaro 112,il Prefetto di Catania Giovanni Finazzo ha consegnato ufficialmente le chiavi a Libera, Addiopizzo e Asaec.
ASAEC, Libera ed Addiopizzo ricevono le chiavi di un appartamento sottratto ai Laudani: l'insediamento tra qualche mese.
La risposta più bella da parte dello Stato.Vanno bene gli arresti,va bene anche la detenzione,ma è innegabile che i mafiosi vanno colpiti soprattutto nel portafogli,attraverso sequestri e confische.
Dopo anni di iter burocratico,la Prefettura di Catania ha ieri "chiuso" alcune pratiche relative a beni mobili e immobili tolti definitivamente ai vecchi proprietari mafiosi,così come previsto dalla legge "La Torre-Rognoni".
Davanti alla mensa dello studente,in via Etnea,ieri mattina,dalle 13 alle 15,i ragazzi dell'associazione Addiopizzo hanno incontrato gli studenti universitari per discutere con loro di racket e usura.
Al capo dello Stato è stato donato simbolicamente un vasetto di marmellata prodotta con gli agrumi dell'imprenditore palagonese che ha denunciato gli estortori.
"Sicilia terra di mafia e di contraddizioni", ma per una volta i siciliani questo stereotipo lo hanno messo a tacere. Ieri è stata la giornata delle Arance Pizzo Free, una campagna a favore della legalità che ha visto coinvolte associazioni,famiglie, gente che ha voluto esserci per dimostrare che le cose si possono cambiare.